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Le emozioni difficili
Le emozioni difficili
Psichiatra, psicoterapeuta cognitivo comportamentale, e docente di terapie cognitive di terza generazione integrate con la mindfulness, fondatore della scuola di formazione post-specializzazione Scienze cognitive di Ecomind. Direttore scientifico del team dei disturbi di ansia e panico e terapie basate sulla mindfulness e ACT.
Tutti incontriamo momenti difficili.
Problemi di salute, problemi economici, problemi nel rapporto con le persone importanti, sono parte della nostra vita e non c'è nulla che ci consenta di eliminarli.
Molto frequentemenete, inoltre, tendiamo ad aggiungere a queste ineliminabili sofferenze, dei giudizi inflessibili verso noi stessi: "è colpa mia", "la mia vita è un fallimento", "non merito l'amore di nessuno", "sono incapace", sono alcuni esempi di un tormento aggiuntivo che ci infliggiamo. Questi giudizi non solo ci fanno soffrire inutilmente, ma riducono anche la possibilità di far qualcosa per le difficoltà che stiamo attraversando.
Non possiamo eliminare le sofferenze legate alle difficoltà della vita, ma possiamo apprendere a non aggiungere le sofferenze legate al giudizio inflessibile che rivolgiamo a noi stessi.
Il primo passo è diventare consapevoli di questo intenso lavorio della mente tutta intenta a trovare colpe e difetti.
Possiamo renderci conto di quel che facciamo semplicemente notando i nostri pensiero.
Nei momenti difficili, proviamo a chiederci "come mi sento ora?". Quali sono i pensieri che insistono nella mia mente? Quali sono le emozioni più evidenti e intense?
Proviamo a non rispondere a queste domande con delle spiegazioni, o con dei ragionamenti.
Proviamo semplicemente a dire a noi stessi quali sono i nostri pensieri e le nostre emozioni.
Ad esempio, "La mia mente dice che è tutta colpa mia!".
A questo punto proviamo a rivolgere la nostra attenzione alle sensazioni del corpo.
Semplicemente sentire il nostro corpo che respira.
A questo punto possiamo notare tensioni, fastidi, pesi da qualche parte nel corpo.
Proviamo a sentirli così come sono. A osservarne la qualità, la localizzazione, i confini, i cambiamenti nel tempo.
E quando arrivano dei pensieri, semplicemente notiamo che stiamo pensando, e riportiamo l'attenzione al corpo che respira.
Uno dei pensieri più frequenti è: non sto facendo nulla per risolvere la situazione.
Bene, notiamo questo pensiero, e torniamo a sentirci.
In questo modo non eliminiamo i problemi della vita, ma apprendiamo a non aggiungere problemi inutili e impariamo anche a conoscerci meglio. A conoscerci davvero. Perché ci consociamo attraverso un contatto diretto con noi stessi, non attraverso inutili rimuginii che hanno spesso solo conseguenze tossiche.
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