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Psichiatra, psicoterapeuta cognitivo comportamentale, e docente di terapie cognitive di terza generazione integrate con la mindfulness, fondatore dell'Istituto per la Applicazioni della Mindfulness alla psicoterapia e la medicina. Direttore scientifico dei Centri Anti Panico.
La definizione più completa e sintetica di Mindfulness è probabilmente quella fornita da Jon Kabat-Zinn che l'ha introdotta nella medicina ufficiale alla fine degli anni '70: prestare attenzione deliberatamente al momento presente in modo non giudicante.
E probabilmente il modo migliore per comprendere meglio di cosa si tratti consiste nell'analizzare parola per parola quella definizione.
La mindfulness consiste dunque innanzitutto nel prestare attenzione deliberata, ovvero non casuale, ma originata da una scelta libera e consapevole.
Ma prestare attenzione a cosa? Ebbene, la risposta è piuttosto sorprendente: al momento presente.
Si tratta di un concetto di estrema importanza perché il momento presente è ciò che si può osservare solo con i sensi. E l'uso dei nostri sensi nel presente è ciò che distingue l'attenzione della mindfulness dall'assorbimento mentale. Nel momento in cui siamo assorbiti dalla nostra mente, dai nostri pensieri, dai ricordi, dalle anticipazioni del futuro, dalle preoccupazioni, dai commenti, dalle critiche, o da qualsiasi altro scenario generato dalla mente, noi non siamo nel presente. Siamo in una sorta di realtà virtuale, quella creata dalla nostra mente che ci fa vedere, sentire, toccare, e persino odorare, con l'immaginazione. All'opposto, nel momento presente possiamo percepire ciò che vediamo con i nostri occhi, ascoltiamo con le nostre orecchie, tocchiamo, gustiamo, odoriamo con i nostri sensi. In sintesi, la mindfulness è un modo per uscire dall'assorbimento mentale e riportarci a ciò è, nel momento in cui è.
Ma l'importanza dell'attenzione al presente non finisce qui.
Nel presente ci sono anche i nostri pensieri. Solo che l'attenzione al presente ci consente di osservare i nostri pensieri anziché esserne assorbiti. La pratica della mindfulness non esclude i pensieri, non cerca di nasconderli, controllarli o cancellarli. La pratica della mindfulness ci consente di essere consapevoli dei nostri pensieri.
Infine, nella definizione incontriamo una specifica qualità dell'attenzione: non giudicante.
Prestare attenzione in modo non giudicante significa osservare ciò che c'è, nel momento in cui è, esattamente per ciò che è, senza pregiudizi. E dunque significa anche osservare i nostri pensieri per ciò che sono.
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