La mindfulness si è affermata negli ultimi decenni come presidio fondamentale per la salute.

Le linee guida delle più importanti organizzazioni internazionali e governative sulla salute raccomandano la mindfulness sulla base di numerosissime ricerche cliniche che testimoniano la sua efficacia per molti problemi psicologici e medici, come i problemi di ansia (ansia generalizzata, disturbo di panico), dell'umore (depressione), in oncologia, e per le somatizzazioni e dolore cronico.

Inoltre, la mindfulness è sempre più utilizzata in speciali contesti in cui è importante la qualità delle relazioni e la prevenzione dello stress e del burnout, negli ambienti di lavoro, nelle organizzazioni, nelle scuole, nelle carceri.

Con l'estendersi della sua notorietà, la mindfulness è divenuta però anche oggetto di profondi fraintendimenti e semplificazioni che possono snaturarne la funzione.

La mindfulness non è una tecnica di rilassamento

Il fraintendimento più comune consiste nel confondere la mindfulness con una banale tecnica di rilassamento. Ad esempio, non è infrequente imbattersi in eventi, corsi e persino applicazioni di "mindfulness" che alimentano la confusione promettendo calma e serenità basandosi essenzialmente su esercizi molto simili, appunto, a tecniche di rilassamento.

La pratica della mindfulness è un allenamento all'attenzione aperta alla propria esperienza, indipendentemente da quanto sia gradevole o sgradevole, e se ben condotta attiva un vero e proprio processo terapeutico che agisce alla radice della sofferenza umana.

Un elemento comune del disagio emotivo consiste in una reazione di  rifiuto, lotta, controllo o negazione di alcuni pensieri e talune emozioni considerate intollerabili. Questa reazione, nelle sue diverse varianti, viene chiamata evitamento esperenziale ed è ubiquitaria in tutti i disturbi e problemi emotivi. 

Sebbene la pratica della mindfulness possa aiutare ad accedere a stati di calma e serenità, non ha lo scopo di indurli tramite qualche forma di suggestione temporanea. Non suggerisce stati mentali di qualsiasi sorta, ma incoraggia e allena a prestare attenzione alla propria esperienza per quella che è, nel momento in cui è, allena a riconoscere i propri pensieri, per quanto disturbanti, ad aprirsi alle proprie emozioni, per quanto turbolente, pesanti, difficili, allo scopo di conoscersi meglio e più profondamente.

La mindfulness non è solo meditazione

Un altro fraintendimento piuttosto comune consiste nel far coincidere la mindfulness con la meditazione.

Sebbene esistano certamente numerose meditazioni basate sulla mindfulness, la sua pratica non è solo meditazione, ma una speciale attenzione nel momento presente con un atteggiamento non giudicante che si estende all'esperienza di vita quotidiana, includendo i momenti di difficoltà emotiva. L'allenamento alla presenza e all'apertura nei momenti difficili, con speciali esercizi non meditativi detti di defusione (vedi dopo), ha un profondo ed esteso effetto trasformativo nella vita delle persone.

Inoltre, un aspetto terapeutico importante è la possibilità di riflettere sull'esperienza della pratica della mindfulness con la guida di un professionista esperto. Questa componente della mindfulness viene chiamata in italiano condivisione - detta inquiry in inglese, quindi meglio chiamarla condivisione guidata - che è una esplorazione aperta e consapevole dell'esperienza. Nel corso di una condivisione guidata è possibile individuare pattern ripetitivi, collegamenti con aspetti della propria vita, ed è possibile rielaborare idee e convinzioni che hanno un impatto negativo in alcuni aspetti della propria vita, ad esempio generando dei circoli viziosi che alimentano lo stress e la sofferenza. 

La defusione

Consiste in una maggiore discriminazione tra pensieri e fatti, tra il dominio dell'immaginazione e quello della percezione sensoriale, tra idee e esperienza.

L'indistinzione tra pensieri e fatti (fusione) è una caratteristica fondamentale della sofferenza umana e la defusione dai propri pensieri, dalla propria immaginazione, dall'attività mentale, favorisce a sua volta un cambiamento cruciale nel modo di guardare a sé stessi e al mondo.

In condizione di stress emotivo siamo soliti identificarci con una sorta di narrazione. In altri termini, tendiamo a credere a un "racconto" che ci facciamo di noi stessi con pretese o giudizi assoluti, catastrofismi, e intolleranza alla frustrazione. L'identificazione con una narrazione siffatta porta a voler risolvere i problemi emotivi rendendo ancora più tortuosa e inconcludente la narrazione con rimuginii, severa auto-recriminazione, e con il vano tentativo di controllare, espellere, negare le proprie emozioni e i propri pensieri: insomma con una lotta contro sé stessi.

La pratica della mindfulness favorisce invece un minore coinvolgimento nei contenuti della mente, e dispone ad assumere una prospettiva in cui, affrancati dai contenuti di una narrazione sempre uguale a sé stessa, possiamo semplicemente osservare la nostra esperienza.

Il Sé osservante

Questo cambiamento di prospettiva è un aspetto cruciale della pratica della mindfulness, è un passaggio dal Sé narrativo, al Sé osservante: noi non siamo ciò che osserviamo, ma coloro che osservano!

Il passaggio graduale da un inglobamento preoccupato nella narrazione di sé stessi, a un atteggiamento osservante dell'esperienza interiore è parte integrante della mindfulness e viene coltivato con la pratica e una riflessione aperta e più disincantata sulla propria esperienza.

Come sono strutturati gli incontri

La pratica della mindfulness condotta con modalità basate sull'MBT (Mindfulness Based Therapy) dà non solo ampio risalto ai processi già intrinsecamente terapeutici della mindfulness, ma aggiunge un lavoro di condivisione guidata dell'esperienza della pratica che è un'occasione di approfondimento e riflessione che si estende naturalmente a punti focali della propria vita, mettendo a fuoco eventuali difficoltà e coltivando le risorse per affrontarle. Per questo scopo saranno anche curati gli esercizi e le pratiche da effettuare a casa e nelle situazioni difficili.

Gli incontri sono ideali per chi ha già avuto una introduzione alla mindfulness (ad esempio MBSR, MBCT, ACT, DBT), per chi ha completato o ha in corso un lavoro psicoterapeutico personale e voglia integrarlo con la mindfulness, per chi ha già sperimentato i vantaggi della pratica della mindfulness e voglia continuare a coltivare il proprio benessere, migliorare la propria capacità affrontare lo stress, stare nel presente, aprirsi alla propria esperienza e superare difficoltà e problemi emotivi. Gli incontri sono inoltre molto utili per medici, psicologi, psicoterapeuti e tutti i professionisti della salute per prevenire il burn out, e approfondire la propria conoscenza dei processi terapeutici legati alla pratica della mindfulness.

Gli incontri si effettuano in gruppo, con frequenza che al momento è quindicinale, ma che in seguito, in base alle eventuali richieste, possono diventare settimanali. Ogni incontro dura un'ora e mezza e include la pratica di mindfulness e un lavoro di rielaborazione attraverso la condivisione guidata della esperienza dei partecipanti.

Per partecipare agli incontri è necessario un contatto preliminare di conoscenza (anche telefonico) per confermare l'appropriatezza di questo percorso.

Modalità di collegamento, costi e amministrazione

Gli incontri si tengono su Zoom Cloud Meeting una delle più diffuse piattaforme per le videoconferenze. Il link per il collegamento viene inviato dal sito circa 10 minuti prima dell'incontro a tutte le persone registrate. Ci si può collegare con zoom utilizzando tutti i tipi di dispositivi e con tutti i sistemi operativi: cellulare, tablet o pc, installando l'apposita applicazione Windows, Apple, Android o Linux.

La tariffa di partecipazione agli incontri è di Euro 35 a incontro, oppure Euro 50 ogni 2 incontri rinnovabili, o infine Euro 92 ogni 4 incontri rinnovabili.

Il pagamento sicuro è effettuato online con carta di credito o prepagata sul circuito Stripe.

Le fatture sanitarie deducibili sono disponibili per essere scaricate sul proprio account e vengono automaticamente inviate al Sistema Tessera Sanitaria per le detrazioni fiscali, a meno che non si esprima esplicitamente la volontà di non condividere con il Sistema le proprie informazioni.