Il Disturbo Ossessivo Compulsivo, detto in breve DOC, è un problema piuttosto diffuso: ne soffre circa l'1,5% della popolazione, con effetti disabilitanti per almento la metà delle persone affette.

La chiave della comprensione psicologica del problema è nel nome stesso del Disturbo, appunto Ossessivo-Compulsivo. Il problema dipende infatti dalla presenza di ossessioni e compulsioni.

Ossessioni

Le ossessioni sono dei pensieri nella forma di dubbi o preoccupazioni che possono avere una intensa carica emotiva, fino a uno stato di intollerabile angoscia.

Le caratteristiche dei dubbi e delle preoccupazioni definiscono anche le diverse tipologie di DOC.

Ad esempio, se i dubbi riguardano la possibilità di essersi contaminati con germi, sporcizia, o agenti tossici, si parla di DOC di contaminazione, se i dubbi o le preoccupazioni riguardano l'ordine o la simmetria degli oggetti si parla di DOC di ordine e simmetria. Altri tipi di dubbi possono essere: aver fatto del male a qualcuno (ad esempio con l'automobile), perdita di controllo, dubbi sulla propria identità sessuale (sono omosessuale?), etc.

Compulsioni

Le compulsioni (detti anche rituali) sono i comportamenti che la persona assume per ridimensionare l'ansia provocata dalle ossessioni.

Ad esempio, se la propria ossessione è da contaminazione, il comportamento conseguente (compulsione) consisterà in ripetuti lavaggi del corpo e/o degli indumenti, se l'ossessione è di ordine e simmetria, la compulsione consisterà nel disporre gli oggetti secondo un certo ordine, e così via.

Non tutte le compulsioni sono azioni visibili. Alcune compulsioni sono dette mentali perché consistono in un'attività mentale intensa destinata appunto a ridimensionare l'ansia provocata dall'ossessione, come ad esempio cercare di pensare a qualcosa di altruista per contrastare dei pensieri "cattivi", oppure cercare di ricordare ciò che è accaduto per rassicurarsi di non aver fatto male a qualcuno, etc.

La caratteristica generale delle compulsioni (che si tratti di azioni visibili o di attività mentale) è la ripetitività e l'illogicità o comunque l'esagerazione in relazione allo scopo. Ad esempio, lavarsi le mani per molti minuti o persino per ore non ha nessuna giustificazione logica rispetto all'igiene personale. 

Queste caratteristiche hanno portato gli psichiatri del secolo scorso a parlare di ritualità e pensiero magico in quanto le azioni compulsive assomigliano più a dei rituali scaramantici/magici che a delle reali soluzioni pratiche.

Le compulsioni possono assorbire molto tempo e fatica da chi le attua, fino al punto da essere estenuanti e gravemente disabilitanti.

Evitamento

Sebbene non ricorra nel nome del disturbo, l'evitamento è un sintomo fondamentale, allo stesso modo in cui lo sono le ossessioni e le compulsioni.

L'evitamento consiste nell'evitare situazioni che possano scatenare le ossessioni e le conseguenti compulsioni.

Ad esempio, nel caso del DOC da contaminazione, per evitare di essere sopraffatti dalla preoccupazione di essere stati contaminati dal contatto con altre persone, una persona può evitare di entrare in luoghi pubblici. Chi teme di fare del male ad altri può evitare di trovarsi in compagnia di bambini o di guidare. E così via.

La gravità del disturbo dipende dall'intensità delle compulsione e/o dall'estensione degli evitamenti.

Si può così andare da un disturbo lieve in cui le compulsioni non assorbono molto tempo e non vengono evitate le azioni quotidiane fondamentali (cura di sé, lavoro, amicizie, etc.) fino a condizioni molto gravi in cui le compulsioni occupano gran parte del tempo oppure gli evitamenti includono anche la cura di sé, il lavoro, le relazioni.