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Alimentarsi non solo è un bisogno primordiale, fisiologico, è un’ attività a cui le persone attribuiscono diversi significati.
A partire dal primo vagito l’alimentazione è un momento fondamentale nella vita di ogni individuo, dal punto di vista fisiologico, psicologico e relazionale.
Non mangiamo solo per vivere, il cibo è un collante sociale, ogni evento importante è celebrato con un banchetto.
Per alcune persone però il cibo è croce e delizia. Un rapporto ambiguo con l’alimentazione si può instaurare quando ad esempio si utilizza il cibo per gestire le proprie emozioni “ero così arrabbiato che ho svuotato il frigorifero” “mi annoiavo così tanto che ho passato tutta la giornata a spiluccare”, “ero così agitato che per non pensarci ho mangiato mezza crostata”. Molte persone potrebbero riconoscersi in queste parole, già arrivare a questa conclusione è un passo avanti, poiché rappresenta una presa di coscienza su cosa può spingere ad alimentarsi più del dovuto. Pensiamo agli animali, mangiano quando hanno fame, per rispondere ad un istinto, è difficile trovare in natura un animale obeso, fatta eccezione per alcuni animali che vivono negli appartamenti e chi è che si occupa della loro alimentazione?
Il vero problema, comune a tutti, è che ci si alimenta, il più delle volte senza consapevolezza e questo oltre a privare di un’esperienza unica ed irripetibile può causare una serie di danni collaterali (sovrappeso, obesità, disturbo da alimentazione incontrollata, anoressia, bulimia, pica, mercismo, disturbo alimentare evitante/restrittivo).
Secondo gli approcci più recenti del comportamentismo e del cognitivismo, la non accettazione delle proprie sensazioni, emozioni e pensieri è la causa più frequente del disagio e della sofferenza psicologica.
E il cibo può essere implicato nei tentativi di sfuggire o tentare di controllare le proprie emozioni.
La terapia basata sul Mindful Eating, o alimentazione consapevole è molto utile perché rende le persone attori protagonisti nel loro processo di cura.
Mindful Eating è un approccio terapeutico prettamente esperienziale, dove attraverso pratiche di Mindfulness formali e informali, diari comportamentali e uno scambio profondo con il terapeuta aiuta ad avere un rapporto migliore e più autentico con se stesso e con il cibo e quindi con le proprie emozioni.