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Dott. Pietro Spagnulo
Psichiatra, psicoterapeuta cognitivo comportamentale, e docente di terapie cognitive di terza generazione integrate con la mindfulness, fondatore dell'Istituto per la Applicazioni della Mindfulness alla psicoterapia e la medicina. Direttore scientifico dei Centri Anti Panico.
La Diagnosi del DP e dell'Agorafobia
Approccio al paziente
Le strategie terapeutiche
Valutazione del trattamento e prescrizioni farmacologiche
Secondo le più autorevoli linee guida internazionali, La Terapia Cognitivo Comportamentale è il trattamento di elezione per il Disturbo di Panico e per l’Agorafobia.
Tuttavia, il successo del trattamento non è scontato, e dipende in misura rilevante da quanto il terapeuta padroneggia le principali tecniche comportamentali e cognitive, la loro integrazione, le tipiche reazioni al trattamento, e la gestione dela compliance.
All’apparente linearità e semplicità dei principi del trattamento, non corrisponde quasi mai linearità e semplicità degli interventi che devono essere calibrati e adattati alle specifiche caratteristiche del paziente, pena l’abbandono della terapia o il penoso e insoddisfacente impantanarsi del percorso terapeutico.
Gli incontri di discussione e supervisione mirano a mettere in evidenza i nodi principali del trattamento del Disturbo di Panico e dell’agorafobia, a sviscerarne le frequenti insidie, e quindi a facilitare una gestione efficace dei casi clinici.
Nello specifico saranno affrontati gli aspetti tecnici della ristrutturazione cognitiva, della gestione degli episodi di ansia e dell’esposizione.
Per quanto riguarda la ristrutturazione cognitiva, è essenziale individuare con precisione non solo le convinzioni disfunzionali ma anche gli antedenti funzionali. Non è sufficiente, ad esempio, sottoporre a valutazione critica la convinzione di morire soffocati, di svenire, o di perdere il controllo, ma anche di modificare la funzione discriminativa di antecedenti percettivi, spesso sensazioni fisiche, ampliandone la consapevolezza e aiutando il paziente a sganciarle dalle interpretazioni catastrofiche.
Per quanto attiene alla gestione dell’ansia, è fondamentale padroneggiare le tecniche di respirazione lenta controllata, la cui efficacia dipende più che dalla corretta esecuzione della respirazione diaframmatica, soprattutto dalle caratteristiche di attenzione e gestione dei pensieri automatici.
Inoltre, è fondamentale indirizzare il paziente verso esposizioni che includano una maggiore consapevolezza delle proprie reazioni di allarme, più che enfatizzarne la performance.
Risulta infine fondamentale individuare gli ostacoli più insidiosi al trattamento, come, ad esempio, vantaggi secondari, e/o convinzioni disfunzionali relative alla propria identità (relative cioè alle aree di adeguatezza, amabilità, responsabilità, o vulnerabilità) che possono, a loro volta, essere collegate a vere e proprie esperienze traumatiche.
Il Disturbo di Panico e l'Agorafobia, sono, infatti, problemi piuttosto sfuggenti perché spesso la linearità dei sintomi è intrecciata con convinzioni nucleari relative alla propria identità che bisogna individuare e trattare, in quanto esercitano un'influenza importante sull'aspettativa del trattamento da parte del paziente che, molto frequentemente, è essa stessa parte del problema.
Per il successo terapeutico è fondamentale che il terapeuta apprenda a riconoscere questi problemi e quindi muoversi con disinvoltura e efficacia.
Nel corso degli incontri di discussione e supervisione saranno individuati i due problemi (intreccio con convinzioni nucleari sulla propria identità e aspettative disfunzionali della terapia) dal punto di vista della diagnosi, l'approccio al paziente, le strategie terapeutiche e la valutazione dell'efficacia del trattamento, partendo da specifici casi clinici.
Per quanto riguarda la diagnosi, si metteranno in luce alcuni frequenti errori diagnostici che comportano il mancato riconoscimento di patologie che mimano il Disturbo di Panico, ma che non hanno nulla a che fare con le peculiarità del disturbo, oppure, all’opposto, il mancato riconoscimento del Disturbo di Panico e/o dell'Agorafobia a causa di una sottovalutazione dei sintomi meno evidenti, ma assolutamente caratteristici.
L’approccio al paziente, ovvero l’atteggiamento da tenere nel corso della valutazione psicologica e del trattamento, ha un ruolo cruciale per il successo terapeutico, in quanto il paziente affetto dal Disturbo di Panico esprime delle convinzioni che devono essere immediatamente riconosciute e ridefinite al fine di ottenere una buona compliance al trattamento.
Per quanto riguarda inoltre le strategie terapeutiche, è fondamentale comprendere quali siano i presidi terapeutici efficaci e saperli adattare a ogni singolo paziente e circostanza devono essere integrati in un unico flusso di lavoro. Ad esempio, l’esposizione, elemento cruciale del trattamento, deve essere adattata alle specifiche necessità del paziente, alle sue esigenze e ai suoi obiettivi, ed è strettamente integrata con la ristrutturazione cognitiva, e con le tecniche di gestione dell’ansia, pena il boicottaggio del programma di esposizione e dunque l’insuccesso terapeutico. Non mancheranno inoltre accenni all'integrazione con strumenti terapeutici di terza generazione: come la presenza, la defusione e l'accettazione.
È infine essenziale dotarsi di criteri semplici e chiari di valutazione del trattamento, che non siano puramente adagiati sulla presenza o meno di attacchi di panico. Molti pazienti possono adottare anche nel corso del trattamento uno stile di vita evitante con virtuale scomparsa di episodi di ansia o panico, e tuttavia essere completamente aderenti alla diagnosi di Disturbo di Panico. Al contrario alcuni pazienti possono avere un maggior numero di episodi, ma possono essere valutati come in corso di miglioramento per la riduzione notevole dell’evitamento e una maggiore consapevolezza del proprio corpo e delle proprie reazioni ansiose.
Per quanto attiene alla prescrizione farmacologica, è purtroppo piuttosto frequente un approccio inappropriato con l'induzione di rituali rassicuranti che nulla hanno a che fare con la cura e che piuttosto contribuiscono a cronicizzare il problema. Anche gli psicoterapeuti non medici devono saper gestire i problemi legati a una terapia farmacologica inappropriata.
Sabato 22 febbraio 2020 dalle 9,30 alle 12,00
Sabato 21 marzo 2020 dalle 9,30 alle 12,00
Sabato 18 aprile 2020 dalle 9,30 alle 12,00
Sabato 23 maggio 2020 dalle 9,30 alle 12,00
Sabato 20 giugno 2020 dalle 9,30 alle 12,00
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Discussione e supervisione sul trattamento CBT del Disturbo di Panico
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